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View Past IssuesLa mappatura termica dei materiali da costruzione sostenibili rappresenta oggi un pilastro fondamentale per il raggiungimento di certificazioni ambientali locali in Italia, come ITACA, Certisia e l’adeguamento ai criteri LEED Italia. Tuttavia, la complessità del comportamento termico dei materiali naturali – canapa, micelio, legno strutturale – richiede un approccio tecnico avanzato, che vada oltre la semplice misurazione in laboratorio. Questo approfondimento esplora, con dettagli esperti e passo dopo passo, il processo di mappatura termica conforme al Tier 2, focalizzandosi su metodologie scientifiche, validazione in campo e integrazione con modelli certificativi, con particolare attenzione alle sfide italiane e agli errori da evitare.
Come sottolinea il Tier 2, la mappatura termica non è solo una misura statica, ma un processo dinamico che integra conducibilità, diffusività, ponti termici e dati ambientali reali, fondamentale per documentare il reale risparmio energetico e il comportamento in condizioni climatiche italiane diverse.
Il trasferimento di calore nei materiali si regola dall’equazione fondamentale: Q = k·A·ΔT/δ, dove k è la conducibilità termica, A l’area, ΔT la differenza di temperatura, δ lo spessore. Tuttavia, nei materiali sostenibili – come il canapa-lime (λ ≈ 0.06–0.08 W/m·K) o il micelio (λ ≈ 0.04–0.06 W/m·K) – la λ varia notevolmente con densità, umidità e struttura microscopica, richiedendo misure in condizioni controllate e reali.
La conducibilità termica (λ) non è costante: per il calcestruzzo con aggiunta di canapa, λ può aumentare fino al 15% in presenza di elevata umidità relativa (test ASTM E2278 termografia attiva). La caratterizzazione richiede setup calorimetrici a flusso costante (ASTM C518) che misurano il flusso di calore in funzione della differenza di temperatura e del tempo, correggendo per densità reale (ρ) e umidità relativa (UR) tramite fattori di correzione UNI EN ISO 13372.
Fase 1: Selezione e campionamento rappresentativo
La scelta del materiale deve basarsi su protocolli statistici rigorosi: campionare almeno 12 unità per tipo (pannelli, blocchi), distribuite in aree di produzione diversificate, con certificazione di origine. I campioni devono essere sezionati in sezioni centrali per evitare bordi anomali e conservati in ambienti controllati (UR ≤ 50%, T = 20°C ± 2°C) per 72h prima misura, per ridurre errori da variazioni temporanee.
Fase 2: Caratterizzazione in laboratorio
Utilizzare ASTM C518 per misurare la conducibilità termica (k) in condizioni standard (ΔT = 25°C, umidità UR = 50%), ottenendo valori medi con deviazione standard < 5%. Complementare con calcolo λ dinamico usando modelli Fickiani per la diffusività di umidità, dato che materiali naturali assorbono e rilasciano umidità, influenzando la trasmittanza termica.
Fase 3: Validazione in campo
La termografia aerea (ASTM E2278) e a contatto con sensori IoT (temperature embedded) permettono la mappatura termica in situ, rilevando ponti termici e dispersioni in muri esemplificativi, come il muro in canapa-lime di un progetto a Bologna. I dati vengono integrati con misure di flusso termico (Q) e calcolati i valori U e Ψ (ponte termico) in conformità con UNI EN ISO 10211, con analisi FEM per simulare comportamento stagionale.
Per la certificazione ITACA, è cruciale documentare non solo il valore U medio (es. ≤ 0.25 W/m²·K), ma anche il fattore di riduzione energetica (FRE) derivante dall’isolamento naturale:
FRE = (U_edificio_reale – U_edificio_standard) / ΔU_standard × Σ(Λ_i·A_i)
dove Λ_i è la conducibilità termica efficace del sistema murario e ΔU_standard è il valore di riferimento.
Un errore frequente è ignorare l’effetto cumulativo dell’umidità: test di stabilità ambientale (ASTM D5372) mostrano che un aumento di UR da 30% a 70% può ridurre λ del 20–30%, invalidando i dati iniziali. I sensori IoT devono registrare UR e T in tempo reale e correggere i modelli BIM con dati reali per evitare sovrastime.
Esempio pratico: muro in canapa-lime da progetto “EcoStrutture Centro”
Nel laboratorio, λ medio misurato fu 0.068 W/m·K; in campo, con umidità variabile, si osservò una dispersione termica media di 0.042 W/m²·K, confermata da termografia aerea con fluttuazioni < ±0.003 K. Il fattore FRE raggiunse 0.31, superiore al 22% rispetto all’edificio standard, validando la certificazione ITACA con dati certificabili.
Confrontiamo i due metodi di caratterizzazione:
| Parametro | Laboratorio (ASTM C518) | Campo (IoT + Termografia) |
|---|---|---|
| Conducibilità termica (λ) | 0.068 ± 0.004 W/m·K | 0.062–0.070 W/m·K (variazione UR) |
| Punteggio ponte termico (Ψ) | 0.21 W/m·K | 0.18–0.24 W/m·K (mappatura continua) |
| Accuratezza temporale | istantanea | media 15 min, con trend orario |
Tabelle come questa permettono ai progettisti di confrontare dati rigidi con misure reali, fondamentali per la certificazione ITACA e l’ottimizzazione pre-costruzione.
Strumenti chiave: BIM integrato con EnergyPlus consente simulazioni dinamiche termiche aggiornate in base ai dati di campo, con correlazione diretta tra mappatura termica e consumo energetico previsto.
Collaborare con centri di ricerca accreditati come CNR-ISTAC per validazioni indipendenti, garantendo conformità normativa e credibilità dei dati. Standardizzare procedure interne con checklist ISO 17025 e formare il team su normative ITACA e UNI EN ISO 13372, con corsi certificati annuali.
Checklist per un progetto certificato:
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